Storia di Meduno
Nella storia, più che nella tradizione di Meduno, è significativo il borgo di Navarons, base logistica e organizzativa dell’unico episodio insurrezionale di ispirazione mazziniana in Friuli (1864), dov’è possibile visitare la casa del medico Antonio Andreuzzi, anima del movimento. Nonostante il fallimento dell’impresa, il solo fatto che di qui siano passati lettere e scritti di Mazzini e Garibaldi rende onore a questo paesino che fu, nell’ottobre 1864, il centro della storia friulana.
Di Meduno, va poi ricordata la tradizione degli scalpellini. La maggior parte degli studiosi fa risalire al XV secolo il periodo in cui i primi tagliapietre fecero la loro comparsa in Friuli, in seguito all'annessione del Friuli alla Repubblica Veneta nel 1420 e a una nuova apertura verso l'esterno.
Furono i costruttori, i lapicidi e le maestranze lombarde che, complice il fatto che nel Lombardo Veneto, in quel periodo, la concorrenza del mercato si era fatta più forte, filtrando attraverso Venezia si spinsero verso i nuovi mercati orientali della penisola trovando in Friuli un terreno fertile dove mettere a frutto la loro abilità e maestria. Già dalla seconda metà del ’400 vediamo sorgere in Friuli le prime botteghe artigiane, fino a raggiungere il ragguardevole numero di una trentina. Dapprima ad opera degli stessi lombardi e poi, man mano che acquisivano le tecniche del mestiere, anche dai primi friulani.
Fonte: Dulcis terrae