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Cordovado

Il Castello e il Borgo di Cordovado

Inserito tra i borghi “più belli d'Italia", l’attuale area fortificata di Cordovado, nota come il Castello, è il risultato di modifiche e stratificazioni che si sono succedute nel tempo, in particolare tra '600 e '800. I vescovi di Concordia lo fortificarono attorno all’XI-XII secolo, facendone il più importante castello della pianura, sede di numerosi poteri, civili, militari ed ecclesiastici. Rimase in piena funzione fino al '400.

Nel basso medioevo la cerchia esterna di mura, con terrapieno, fossato e due torri ancor oggi presenti, racchiudeva uno spazio interno costituito dal castello vescovile, a sua volta munito di mura e fossato con ponte levatoio, mastio e altri edifici. Accanto, sorgeva il borgo.

Dirimpetto al castello, nel medioevo sorse una fila di edifici, adibiti ad abitazioni del personale e a sedi di servizio (capitano e gastaldo). Dal loro sviluppo tardomedievale e moderno, furono enucleate due residenze signorili, conosciute con il nome di Palazzo Bozza-Marrubini, a ridosso della Porta dell’Orologio, e Palazzo Agricola (più a Sud). L’aspetto delle due case è rinascimentale, con ampie arcate che contraddistinguono l’accesso al pian terreno e file di aperture, tra cui ampie trifore. Il retro dà su parchi e giardini.

Dentro la cerchia murata, è collocato anche il Palazzo Freschi Piccolomini (1669-1704) che prima si chiamava Attimis, una struttura imponente di linee rinascimentali, a tre piani con ampio portale d’ingresso, immersa nel verde di un parco secolare. Nelle adiacenze, vicino alla porta nord, sorge la Chiesa di San Girolamo (sec. XIV). Delle due torri portaie, la meridionale conserva la postierla, la settentrionale, detta anche dell’Orologio, le scale e i camminamenti in legno al suo interno.

Lungo il tratto delle mura sud-orientali si notano i resti del fossato e le case costruite all’interno del recinto nel XIX secolo.  Alla fine del Seicento parte dell’apparato fortificato fu abbattuto o trasformato in residenza civile, dando così vita al Palazzo Freschi Piccolomini.

Al centro del borgo che dal tardo medioevo si espanse a settentrione del castello, lungo la strada principale, si nota fra tutti l’imponente mole cinquecentesca di Palazzo Beccaris Nonis, dal nome delle due influenti famiglie che lo vollero, i Beccaris, e che poi lo abitarono, e i Nonis. L’edificio, compatto e massiccio ma non privo di linearità e armonia, si alza su un porticato a tre aperture.

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