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Cultura / Storie e Tradizioni
Meduno

Scalpellini

La maggior parte degli studiosi fa risalire al XV secolo il periodo in cui i primi tagliapietre fecero la loro comparsa in Friuli. L’annessione del Friuli alla Repubblica Veneta nel 1420 aprì in un certo modo le porte ad un nuovo mondo e favorì gli scambi con le altre regioni facenti parte della Serenissima Repubblica da cui il Friuli quattrocentesco, con una società sostanzialmente feudale, aveva molto da imparare.
Furono i costruttori, i lapicidi e le maestranze lombarde che, complice il fatto che nel Lombardo Veneto, in quel periodo, la concorrenza del mercato si era fatta più forte, filtrando attraverso Venezia si spinsero verso i nuovi mercati orientali della penisola trovando in Friuli un terreno fertile dove mettere a frutto la loro abilità e maestria.
L’antica Patria fu quindi la nuova meta di alcuni di questi valenti artigiani come Pietro Lombardo, che progettò il duomo di Cividale; Carlo da Corona che lavorò al duomo di Udine e Bernardino da Bissone che lavorò in particolare a Gemona e Tricesimo.
Già dalla seconda metà del ’400 vediamo sorgere in Friuli le prime botteghe artigiane, fino a raggiungere il ragguardevole numero di una trentina. Dapprima ad opera degli stessi lombardi e poi, man mano che acquisivano le tecniche del mestiere, anche dai primi friulani.