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Il 9 e 10 febbraio

ODISSEA A/R

Ancora grande prosa al Verdi di Pordenone, dove il 9 e 10 febbraio, alle 20.45, in esclusiva per il Nordest, reduce dal successo nei teatri di Palermo, Napoli e Roma, arriva ODISSEA A/R, spettacolo in cui c’è tutta “l'inventiva inesauribile di Emma Dante, che trasfigura oggetti e materiali in epifanie sceniche di grande forza visionaria”, caratterizzato da “un'azione corale, una marcia ritmica, cadenzata, corpi che si muovono in maniera sincrona fino a dar vita a un nuovo, originale e meraviglioso organismo, segno e simbolo della tecnica scenica della regista e drammaturga siciliana”. Dunque Emma Dante, una delle più acclamate registe italiane e non solo di teatro (fra le altre opere liriche ha diretto una strepitosa Carmen prodotta dal Teatro alla Scala di Milano nel 2009 o la Cenerentola di Rossini nel 2016 per il Teatro dell’Opera di Roma e per il grande schermo nel 2013 il film “Via Castellana Bandiera” in concorso alla Mostra del cinema di Venezia). In linea con uno dei grandi temi della stagione 2016/17 del teatro pordenonese, il viaggio - inteso come origine del mito – ecco il nuovo viaggio di Emma Dante intorno alla figura di Ulisse. In Odissea A/R c'è tutta la cifra stilistica dell'artista palermitana, che offre una lettura inedita, divertente, dissacrante – e allo stesso tempo fedele – del racconto di Omero. E’ uno spettacolo corale, nato dalla sua esperienza come direttrice della Scuola dei mestieri dello spettacolo del Teatro Biondo di Palermo, in cui rielabora le suggestioni del mito greco partendo dalla Telemachia, il viaggio di Telemaco alla ricerca del padre, passando per le vicende dei Proci e giungendo al ritorno di Odisseo in patria.

“Non mi interessava il viaggio – spiega la Dante - come avventura o esplorazione del mondo, piuttosto ho scelto di raccontarlo da una prospettiva familiare: la casa di Odisseo rimane ferma per tutto il tempo del racconto, ma vive e si anima perché chi la abita subisce il passare del tempo e le trasformazioni che ne derivano. Mi interessava lavorare sulla lunga attesa dell’incerto ritorno di Odisseo, un tempo durante il quale il palazzo si deteriora, Penelope si seppellisce dentro la trama luttuosa di una tela infinita e Telemaco compie il suo viaggio di crescita alla ricerca del padre. È stato proprio partendo dalla casa di Odisseo che ho potuto raccontare questa storia in maniera più quotidiana, familiare per l’appunto. Ho voluto rendere terreni gli dei, vestirli come comuni mortali, svestire un uomo dei suoi abiti da eroe e fargli indossare quelli di marito e padre. Quello che ha permesso, a me e ai miei ventitré allievi, di far materializzare i personaggi che popolano la casa di Odisseo è stata una lettura approfondita del testo. Attraverso il nostro laboratorio permanente abbiamo potuto renderlo materia viva, creare un movimento di ventitré corpi che ballano, cantano e suonano all’unisono.

Come sempre il bar del Teatro sarà aperto dalle 19 per il buffet pre-spettacolo al quale si può accedere senza prenotazione.

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