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Spilimbergo

Storia di Spilimbergo

La storia del borgo si confonde con quella dei Signori che erano tra i più ragguardevoli della regione e ministeriales del Patriarca di Aquileia. Contro il Castello, che vollero munitissimo e magnifico, si abbatterono gli sforzi di numerosi avversari, in particolare di Ezzelino da Romano e di Rizzardo da Camino.

La città, nel medioevo, fu un importante centro di transito e di commerci, prospera e florida tanto che, per contenere una popolazione sempre più crescente, ivi comprese moltissime famiglie di lombardi, di fuoriusciti toscani e di ebrei, dovette dotarsi, in rapida successione, di ben tre cinte murate.

Il 4 ottobre 1284 Walterpertoldo II, signore del luogo, pose la prima pietra del duomo che oggi è il più insigne monumento romanico-gotico del Friuli-Venezia Giulia. In quegli anni venne anche costruito il Palazzo del daziario, la Casa del Capitano e la Loggia o Pergola, sede di rappresentanza dei giusdicenti, poi granaio, prigione, teatro e, ai giorni nostri, residenza municipale.

Nel 1420 la città, come peraltro tutta la Patria del Friuli, passò sotto il dominio della Serenissima e ne seguì le sorti con alterne fortune. Il luogo divenne teatro di guerre e di sanguinose lotte civili, ma XV e XVI secolo furono anche quelli del suo massimo splendore e vi operarono diversi artisti di valore.

Col trattato di Campoformido del 1797 Spilimbergo passò all'Austria e in quegli anni tumultuosi anche qui si manifestarono fermenti liberali di notevole interesse. Nel 1866 la Regione venne annessa al Regno d'Italia.

Nel 1922, venne fondata la Scuola di mosaico.

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