Giovanni Antonio de' Sacchis detto Il Pordenone
«Il più raro e celebre [...] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti». Così si riferisce il celebre storico dell'arte Giorgio Vasari a Giovanni Antonio de' Sacchis, detto Il Pordenone (era nato a Pordenone, da cui il soprannome, nel 1834). Considerato il maggior pittore friulano del Cinquecento, ha lasciato tracce del suo passaggio non solo in Friuli, ma anche in Veneto e Lombardia e altre regioni della penisola.
Di formazione inizialmente friulana e veneziana, forse a seguito di un viaggio a Roma, si accosta al linguaggio della "maniera moderna", con ogni probabilità dopo essere entrato in contatto con le opere di Raffaello e Michelangelo.
Pordenone, il pictor modernus (pittore moderno, appunto), come fu chiamato ai suoi tempi, nella sua produzione evidenzia una felice mediazione tra la tradizione nordica e i più aggiornati modelli romani.
Ha così precorso nei suoi suggestivi effetti compositivi certe raffinatezze proprie del tardo manierismo, che diverranno una "lezione" per gli artisti del territorio.
Oltre che in diverse chiese della provincia di Pordenone (a Pordenone stessa, ma anche a Spilimbergo, Travesio e Pinzano al Tagliamento) le sue opere si possono ammirare alla Galleria dell'Accademia di Venezia e nei principali musei del mondo.
Morì a Ferrara nel 1539.